RIFLESSIONE

… gettando su di Lui (Dio) ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi. (1 Pietro 5:7).

 

“Non c’è problema!”

Usiamo così spesso questa espressione che un giornale, criticando il nostro modo di esprimerci, l’ha citata come esempio di cattivo italiano. “Non c’è problema” è certamente un’affermazione di comodo, che nasconde i problemi senza affrontarli: è la tipica risposta del venditore al cliente che si preoccupa del ritardo nella consegna o del medico che tranquillizza il paziente. “Non c’è problema”, ripete a volte l’artigiano al quale è richiesta una riparazione difficile…
In un mondo sempre più violento e convulso, queste parole possono suonare rassicuranti, illudendoci che tutto si risolverà. Ma le preoccupazioni, quando si moltiplicano, rischiano di incrinare la nostra serenità, generando tensione e ansia.
La Bibbia paragona le preoccupazioni della vita a spine che soffocano la vita spirituale (Luca 8:14). Assorbiti dalla quotidianità e in continua lotta per rimuovere i problemi, corriamo il rischio di trascurare ciò che è veramente essenziale.
Gesù propone il giusto atteggiamento per affrontare le angosce e le preoccupazioni, dicendoci:  “Venite a Me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e Io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Accostandoci a Lui, consapevoli che ci ascolta, possiamo portargli in preghiera ciò che pesa sul nostro cuore. Egli non cambierà necessariamente la nostra situazione dicendoci “Non c’è problema!”, ma in mezzo alle nostre difficoltà ci inonderà di pace e volgerà le circostanze della nostra vita per  il nostro bene
“Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6-7).

 

Messaggio  del calendario “Il Buon Seme”.

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