AMELIO SERAFINO MARCO
Lettera di Tito (Tito 2:11-15)
Sermone: Controcorrente
INTRODUZIONE:
L’altro giorno seguivo un documentario in Tv che riguardava i salmoni, un pesce bello da vedere e anche buono da mangiare, ma la cosa che mi ha colpito in modo particolare e che è un pesce che nasce nelle acqua dolci nei torrenti raggiunge il mare quando ha circa due anni di vita, nel mare cresce, ma quando ha quattro anni sente l’istinto di tornare a riprodursi nella acque dolci dove è nato, raggiunge quindi il fiume si immette nelle acque e lo fa nuotando con fatica controcorrente solo pochi esemplari riescono a raggiungere la meta (Illustrazione)
Ma che cosa centra il salmone con l’insegnamento di oggi?
Centra e come, perché anche noi cristiani siamo chiamati a percorrere una direzione controcorrente.
1. INTRODUZIONE AL RACCONTO:
1.1 Autore: Paolo che si definisce “servo di Dio” Tito 1:1 ovvero lui si definisce subordinato
(dipendente da Dio e dagli scopi di Dio), il suo mandato ha degli scopi ben precisi:
Tito 1:1 Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è conforme alla pietà, 2 nella speranza della vita eterna promessa prima di tutti i secoli da Dio, che non può mentire.
1.1. 1 La predicazione del vangelo (…per promuovere la fede degli eletti di Dio)
1.1.2 L’istruzione per promuovere la conoscenza della verità, in Matteo 28:20 predicare a tutte le nazioni il vangelo e insegnare loro quanto Dio ha comandato ma non soltanto a conoscerla ma metterla in pratica ….che è conforme alla pietà, la vera fede e quella che produce una vita pura.
1.1.3 e il terzo punto del mandato di Paolo si basa sulla speranza nel momento in cui noi confidiamo in Cristo entriamo in possesso della vita eterna quindi questa speranza non è incertezza ma certezza.
1.2 CONTESTO STORICO
1.2.1 Paolo scrive questa lettera a Tito, e contiene delle indicazioni che Tito doveva seguire per organizzare la chiesa di Creta
1.2.2 Per prima cosa doveva istituire degli anziani (Tito 1:5-9)
E sui requisiti richiesti vi è quello del carattere ….irreprensibile……che riguarda la sfera personale e familiare in parole povere chi aspirava a questo incarico doveva professare la sua fede ma anche praticarla (“la conoscenza della verità che è conforma alla pietà”)
1.2.3 Tito doveva guidare ed andare contro corrente
Nel contesto della chiesa di Creta vi era un quadro non confortante ma inquietante,
1.2.3.1 In particolare diversi nella chiesa dimostravano non una vera trasformazione personale non una vera fede che viene prodotta da frutto del vangelo, essi continuavano a vivere secondo il modello culturale della loro società.
Avevano cambiati abito ( linguaggio) ma erano rimasti cretesi nella sostanza
Tito 1:12 Uno dei loro, proprio un loro profeta, disse: «I Cretesi sono sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri».
1.2.3.2 predicavano un insegnamento sbagliato ovvero passava da un insegnamento basato sulla Torah che però non passava da Cristo, la loro devozione a Dio era basata su aspetti esteriori ma non interiori (astensione a cibi, ed osservanze)
2. IL BRANO
2.2 CAPITOLO 2
2.2.1 L’invito di Paolo a Timoteo oltre a scegliere degli anziani nelle chiese oltre a guidare contro corrente la chiesa e i suoi fedeli doveva:
Esporre le cose che sono conformi alla sana dottrina ovvero insegnare come portare avanti una condotta giusta davanti a Dio.
2.2.2 UOMINI ANZIANI
2.2.2.1 Sobri ovvero non essere deboli al peccato, ai vizi come al bere ad esempio
2.2.2.2 Dignitosi comportamento equilibrato
2.2.2.3 Assennati padroni di se e non schiavi delle loro passioni e non preda di disordinati eccitamenti che li spingono da un eccesso ad un altro
2.2.2.4 Sano nella fede la fede non cambia con l’età e sempre focalizzata sull’ottimismo, anche se le forze vengono meno la fede non cambia
2 2.2.5 Sano nell’ amore anche se anziano la sua fede è sana e produce ottimismo e rapporti personali solidi e quindi non è egocentrico ma pensa agli altri
2.2.2.6 Sano nella pazienza chi è anziano porta con se delle infermità spesso difficili da sopportare, se l’anziano è sano nella sopportazione resiste alle prove.
2.2.3 DONNE ANZIANE
Tito 2:2-5 anche le donne anziane abbiano un comportamento conforme a santità, non siano maldicenti né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, 4 per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, 5 a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata
2.2.3.1 Abbiamo un comportamento conforme a santità ovvero abbiamo pensieri centrati su cose utili e non futili
2.2.3.2 Non maldicenti Paolo usa il termine greco di “diavolo” (diablos) perché il pettegolezzo maligno ha radici e caratteristiche diaboliche
2.2.3.4 Siamo maestre del bene per incoraggiare le giovani ad amare i mariti ed amare i figli bisogna che diano all’ interno della chiesa anche se sono anziane, incoraggiare le giovani significa che dallo studio della Bibbia e dal mettere in pratica hanno buone qualità per essere consigliere delle donne più giovani ed evitare che le nuove generazioni ricadono su errori del passato. Devono insegnare ad amare i figli leggendo e pregando per loro anche educandoli con fermezza.
2.2.3.5 A essere sagge insegnare alle giovani donne ad allontanarsi da ciò che è eccessivo
2.2.4 GIOVANI
2.2.4.1 Saggi avere autocontrollo perché nella giovane età si può avere zelo traboccante, grinta accesa.
Devono imparare a contenersi ed essere equilibrati
2.2.5 A TITO
Paolo ha un consiglio speciale anche per Tito presentare se stesso come esempio ovvero deve avere una stretto legame tra insegnamento e condotta, lui deve mostrare un integrità e dignità nell’insegnamento e linguaggio sano, irreprensibile ovvero nessuno può inquinare la sana dottrina con novità dottrinali o con capricci.
2.2.6 AI SERVI
In questo caso si trattava di schiavi la cui vita dipendeva dalla vita dei padroni e l’invito è di non farsi condizionare dal carattere del padrone ma di svolgere il proprio lavoro avendo Cristo come titolare
2.2.7 MA COME POTER COMPIERE TUTTO CIO’
La strada Paolo la indica attraverso Tito ai credenti cretesi attraverso la grazia
Tito 2:11-15 Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone. Parla di queste cose, esorta e riprendi con piena autorità. Nessuno ti disprezzi
2.2.8 CHE COS’E’ QUESTA GRAZIA?
2.2.8.1 Salvifica e che si è manifestata
Il testo indica una grazia che è salvifica che si è manifestata
Essa si è manifestata quando Il Signore Gesù è sceso sulla terra quando a dato se stesso per i nostri peccati.
Egli si è manifestato per la salvezza di tutti gli uomini
Sostituendosi a noi ha compiuto un opera sufficiente per il perdono dei peccati di tutti coloro i quali accettano il Signore Gesù come personale Signore e Salvatore.
2.2.8.2 La grazia che insegna
La stessa grazia ci salva e ci istruisce nella scuola della santità, in questa scuola dobbiamo imparare a fare delle rinunce
2.2.8.2.1 all’empietà ovvero senza timore di Dio e amore per Dio
2.2.8.2.2 Alle passioni mondane un cuore non volto verso Dio ma verso le passioni del mondo non solo peccati sessuali ma anche il desiderio di ricchezze, potere, successo, piacere tutto ciò che è essenzialmente mondano
2.2.8.2.3 Non solo ci insegna a fare delle rinunce ma ci spinge ad aspettare cosa?
“La beata speranza” Attraverso la grazia viviamo come stranieri nel mondo e siamo ispirati dalla speranza dell’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù
Nell’ attesa di questa venuta non dobbiamo mai dimenticare lo scopo della sua prima venuta ne il sacrificio
Tito 2:14 Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
2.2.8.2.4 PERCHE’
Egli ha dato se stesso non solo per salvarci dalla colpa del peccato e dalla condanna del peccato ma per riscattarci da ogni iniquità. Cristo non solo ha annullato la pena del peccato ma anche ha annullato il dominio del peccato nella nostra vita
2.2.8.2.5 Cristo ha dato se stesso per purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
Cristo è morto per il suo popolo, un popolo speciale che gli appartiene e lo serve con zelo. Questo ci porta ad essere zelanti per compiere opere nel suo nome e per la sua gloria
2.2.8.2.6 Questa grazia ci ha cambiato e ci cambia ci trasforma giorno per giorno
Tito 3:3-7 Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna.
3.APPLICAZIONE
Lezioni per noi:
3.1 Quanto la nostra fede è conforme alla pietà?, a tal punto di lavorare interiormente nella nostra vita tale da rendere i nostri caratteri sottomessi a Dio e irreprensibili, quanto abbasso il mio “io” nella mia vita e innalzo il mio Dio nella mia vita?
3.2 Quanto la nostra fede e assorbita dai costumi della nostra cultura «I Cretesi (Catanzaresi) sono sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri», a tal punto da contaminarla con i ragionamenti non sani, …..ma alla fine che male c’è…….
3.3 Quanto la nostra fede si basa su rituali e cerimonie, sulla religiosità ed è lontana dalla fonte del suo insegnamento basato su Cristo?
3.4 Nelle dritte date da Paolo a Tito per la chiesa di Creta vengono delle indicazioni sulle cose che sono conformi alla sana dottrina e che toccano differenti settori della chiesa, dagli anziani e anziane ai giovani a coloro che compiono un lavoro nella vita. Sono indicazioni chiare da rispettare e far crescere nella nostra vita, non con le nostre forse e con i nostri sforzi e “metodi” religiosi, ma possiamo portarli a compimento solo tramite la grazia ovvero tramite Cristo( guardando a Cristo io mi rendo capace di rispettare questi dettami.)
Lui solo ha vinto il peccato e la morte per me e tramite di lui io posso anche vincere il peccato e la morte
3.5 A volte utilizziamo lo slogan “MA NON CI RIESCO” malgrado guardo a Cristo malgrado prego non ci riesco. Il problema è il nostro IO il nostro approccio con Dio
In 2 Corinzi 12 Paolo ci insegna una necessaria dipendenza totale di Dio, lui si vanta delle sue debolezze…….
2 Corinzi 12:8-10 Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; 9 ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.
Perché? Paolo dipendeva da Cristo, noi dipendiamo da Cristo.
4.APPELLO FINALE
4.1 Chiediamo a Dio supporto per rendere la nostra fede conforme alla pietà, e viviamo in Cristo giorno per giorno per seguire un giusto percorso di santificazione personale.
4.2 Allontaniamo da noi ogni forma di contaminazione culturale che ha influenzato la nostra fede, allontaniamoci dall’ insegnamento del mondo che alla fine vivi e godi è tutto è vanità.
4.3 Avviciniamoci non ad una religione ma a Cristo (Grazia) per ottenere il perdono dei nostri peccati e ottenere la giustificazione davanti a Dio, credendo per fede e accettandolo come personale Signore e Salvatore, e beneficiare non solo dalla giustificazione, della salvezza dal dominio del peccato , ma anche del suo insegnamento che ci porta a “vivere in questo mondo moderatamente”
4.4 Abbassiamoci creiamo la nostra dipendenza da Dio, comprendendo che da soli non ce la facciamo abbiamo bisogno di lui giorno per giorno abbiamo bisogno della sua Parola giorno per giorno per attingere dalla grazia
2 Timoteo 3:14-17 Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, 15 e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. 16 Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, 17 perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.