UMILTA’

L’umiltà, da vocabolario, viene definita come la virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti rifuggendo da ogni forma di orgoglio, di superbia e di sopraffazione. Quando pensiamo ad un esempio di umiltà, il vero modello a cui dobbiamo ispirarci è sicuramente Gesù. Nonostante fosse il figlio di Dio, Egli ha vissuto una vita di umiltà e questo lo possiamo leggere in diversi versetti. Ad esempio, in Marco 10:50-51 Gesù si pone al cieco con uno spirito di umiltà, Egli chiede “cosa io posso fare per te?”. Proprio questa domanda fa capire lo spirito di servizio con cui si è presentato Gesù e la conferma di questo lo leggiamo in Marco 10:45. Tuttavia Egli non ha solo umiltà, ma addirittura ha anche sacrificato la sua vita per noi e questo dimostra il suo spirito di sacrificio e amore. Ma se Gesù è il modello per eccellenza di umiltà da seguire e se il suo sacrificio sulla croce è il simbolo massimo di questo, perché noi non dovremmo avere uno spirito di umiltà? Anzi perché siamo chiamati ad averlo? Semplicemente perché c’è scritto nella Bibbia, che è parola di Dio. Leggiamo 1 Pietro 5:5 “Così anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. E di nuovo in Giacomo 4:6-10 “Anzi egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura dice: <Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili.>” Il Figlio si è inchinato alla volontà del padre con umiltà, è questo che ci deve spingere a ricercare lo spirito di umiltà, ma anche essere consapevoli che la grazia viene concessa solo agli umili. Ma cosa c’è che impedisce di avere uno spirito di umiltà? La superbia sicuramente, ma l’orgoglio è il maggiore impedimento per la crescita cristiana. L’umiltà è il segreto per ricevere la grazia ed è proprio la grazia che ci rende veramente umili, quindi due cose che vanno di pari passo. Quindi sono due strade parallele che poi si incontrano. L’orgoglio ci fa credere di essere perfetti, ci rende ciechi, ci porta a giustificare i nostri peccati, ci fa pensare di essere giusti e di essere già arrivati nel nostro percorso di santificazione. Quindi c’è questo scontro, questa contrapposizione tra orgoglio e umiltà. Ma siamo chiamati a scegliere, cioè scegliamo la strada dell’umiltà o scegliamo la strada dell’orgoglio? Non basta affermare di essere umili per esserlo veramente, non è una questione di auto convincimento. L’unico modo è guardare alla croce e vedere i nostri peccati, vedere quanto siamo piccoli davanti alla grandezza di Dio, quindi camminare umilmente con Dio. Dobbiamo reputarci ciechi, peccatori e bisognosi della grazia di Dio. Dobbiamo prendere consapevolezza dei nostri limiti davanti a Dio, in Michea 6:8 leggiamo “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore se nonché  tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e che cammini umilmente con il tuo Dio?”. L’umiltà inizia con una visione di Dio in tutta la sua grandezza e con una visione completa della Sua Gloria. Tutto ciò che facciamo lo facciamo solo grazie a Dio, per esempio il popolo ebraico è uscito dall’Egitto non perché è stato bravo Mosè, ma perché il Signore ha guidato Mosè affinché li liberasse dalla schiavitù. In Esodo 20:2 dice “Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù”. E qui il Signore ancora una volta sta affermando la sua grandezza. Il punto è che dobbiamo guardare la croce per essere ridimensionati per capire i nostri limiti. Non c’è più spazio per l’orgoglio non deve essere neanche una parola che deve appartenere al nostro vocabolario. L’unico nostro vanto deve essere il sacrificio di Gesù sulla croce e l’unica cosa che siamo chiamati a fare è glorificarlo, solo questo senza nessun prezzo perché quello l’ha giù pagato Lui per noi. Mai allontanarsi dalla croce, quindi mai perdere di vista la grandezza di Dio per non perdere la via dell’umiltà.

 

Vostra sorella in Cristo

Emanuela Longo

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